EKASOGNIRESILIENTI
Farsi dono, lettera aperta di una nostra donatrice
Fatti trovare preparato, pronto, organizzato. Così siamo cresciuti, almeno quelli della mia generazione e della parte di mondo che può permettersi di “prepararsi”.
Non ci manca niente. Chi più va dal vicino a chiedere il sale o lo zucchero perché non si è accorto di averlo finito? Hai sempre tutto. Il frigo pieno. L’armadio in ordine. I giochi da sistemare.
Perché ovviamente anche ai figli non manca niente. Almeno di quello che puoi comprare.
E quando ci sono le feste ti chiedono: “Cosa gli regaliamo? Cosa le regaliamo? Cosa vi serve?”.
Cosa ci serve?
Cosa ci serve davvero?
Ve lo chiedete?
Io e Tommaso abbiamo due figli: Rebecca e Giacomo. Cerchiamo di crescere i nostri figli facendo loro capire il valore del denaro, perché non si può sempre avere tutto, tenere vivo un desiderio e saper attendere, la magia della sorpresa e del dono, cercare di capire cosa serve davvero. Ovviamente è una strada lunga e difficile e siamo assolutamente lontani anche noi dall’essenziale concedendoci sfizi e capricci.
Ma qualche volta per fortuna il nostro grillo parlante si fa sentire!
Così quando abbiamo battezzato i nostri bambini e ci hanno chiesto cosa volevamo sapevamo cosa rispondere .
“Ai nostri bambini non manca niente ma ci sono bambini a cui manca molto”.

Per questo abbiamo deciso di chiedere ai nostri amici e famiglie di fare una donazione a Eka, sogni resilienti; perché l’associazione potesse usare quei soldi per comprare materiale per la scuola, vestiti, un pasto caldo invece dell’ennesimo giocattolo guardato e dimenticato. Troppo spesso guardiamo a cosa ci manca invece di vedere ciò che abbiamo e diventiamo ciechi ai bisogni degli altri. Ognuno di noi nel suo piccolo può sempre dare una mano se sa vedere quanto è fortunato. Ognuno di noi ha la responsabilità di mettere in circolo la fortuna, la felicità, l’amore, chiamatelo come volete ma non tenetelo per voi. Anche il denaro può essere veicolo di gioia se usato nel modo giusto.
“Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”
Diana